Sentenze in Sintesi
Licenziamento per Malattia Simulata: La Cassazione Riconosce la Validità delle Prove Circostanziali
La Corte Suprema di Cassazione, con sentenza n. 30551/2024 pubblicata il 27 novembre 2024, analizza il caso di un licenziamento per asserita malattia simulata.
La Corte di Appello di Roma, con la decisione impugnata, aveva dichiarato illegittimo il licenziamento della dipendente, ritenendo che le attività fisiche svolte durante la malattia fossero compatibili con la sua condizione patologica e non idonee a causare un ritardo nella guarigione o un peggioramento del quadro complessivo. Di conseguenza, ha applicato la sanzione reintegratoria prevista dall’art. 18, comma 4, della legge n. 300 del 1970.
La società ha presentato ricorso alla Cassazione, contestando la decisione della Corte di Appello con tre motivi:
Nullità della sentenza per violazione degli articoli 111 Cost., 132 c.p.c., 118 disp.att. c.p.c.: La società ha contestato che la Corte di Appello ha escluso la simulazione della malattia con una motivazione apparente, generica e apodittica, senza adeguatamente motivare sul primo profilo della contestazione disciplinare.
Violazione e falsa applicazione degli articoli 2700 c.c., 221 c.p.c., 5 della legge n. 300 del 1970: La società ha sostenuto che la Corte di Appello ha erroneamente affermato che il datore di lavoro deve proporre querela di falso per contestare la sussistenza della malattia del dipendente, mentre la simulazione della malattia può essere desunta da una pluralità di circostanze di fatto.
Omesso esame di una pluralità di circostanze di fatto decisive: La società ha dedotto che la Corte di Appello ha omesso di esaminare e valorizzare una serie di circostanze di fatto che avrebbero potuto dimostrare la simulazione della malattia.
La Cassazione ha rigettato il primo e il terzo motivo, ma ha accolto il secondo, affermando che la Corte di Appello ha errato nel non considerare la possibile simulazione della malattia sollevata dalla Società nei precedenti gradi.
Difatti, secondo la Corte, la prova della simulazione della malattia non necessita della querela di fatto in relazione alla certificazione medica ma può essere desunta da una pluralità di circostanze di fatto idoneamente allegate dal datore di lavoro nel corso del giudizio.
La Corte Suprema ha quindi cassato la sentenza impugnata in relazione al secondo motivo accolto, ordinando un nuovo esame da parte della Corte di Appello di Roma in diversa composizione. Questo nuovo esame dovrà accertare il carattere genuino o meno della patologia e valutare le prove presentate.